La filosofia di Rudolf Carnap tra empirismo e trascendentalismo by Maria Grazia Sandrini
autore:Maria Grazia Sandrini [Sandrini, Maria Grazia]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788866550938
editore: Firenze U.P.
pubblicato: 2022-08-01T22:00:00+00:00
2. A-postulati e realtÃ
Vediamo ora quali conclusioni possiamo trarre da quanto esposto. Il ricorso agli A-postulati, con cui Carnap risolve adeguatamente il problema dellâesplicazione dellâanaliticità , sollecita alcune osservazioni sulle quali vorrei soffermarmi. Contro Quine, Carnap vuole sostenere che non vi è alcuna ambiguità intrinseca nella dicotomia fra analitico e sintetico, ma che tale apparente nebulosità è dovuta a mancanza di precisione dei significati dei termini descrittivi: «quanto più preciso si rende lâelenco degli A-postulati, tanto più precisa sarà la distinzione che si potrà fare tra gli enunciati sintetici e analitici del nostro linguaggio». Inoltre, Carnap è convinto che gli A-postulati, riguardando soltanto i significati dei termini, non dicano «assolutamente nulla sulla natura del mondo»11. Anzi, gli A-postulati di LO riguarderebbero soltanto il significato dei termini primitivi così come essi sono usati nel nostro linguaggio. Questa precisazione (che confligge con lâasserzione della libertà di scelta di tali postulati) vuole forse rafforzare lâaffermazione della neutralità ontologica degli A-postulati, a maggior sostegno dellâimportanza della distinzione tra analitico e sintetico: insomma, contro chi si mostra scettico circa la possibilità o lâopportunità della distinzione tra enunciati analitici ed enunciati sintetici, Carnap sosterrebbe che, non solo la distinzione è possibile e utile, ma anche che essa non ha nessuna conseguenza ontologicamente non accettabile.
Il primo argomento sul quale desidero soffermarmi riguarda proprio questa tesi: concordando con Carnap sullâimportanza dellâesplicazione dellâanaliticità , mi permetto di dubitare che egli abbia ragione anche nel sostenere che gli A-postulati non dicano nulla circa il mondo. Certo è che tali postulati non descrivono fatti, né implicano direttamente dei fatti; ma è corretto ritenere che essi non intervengano sulla struttura del mondo? Per affrontare questa questione, mi servirò dellâesempio sui corvi neri, che abbiamo lasciato in sospeso, e che appare assolutamente eclatante. Supponiamo che in un sistema semantico i predicati N e C corrispondano alle parole «nero» e «corvo». Mentre il significato di «nero» sembra a Carnap abbastanza chiaro, il termine «corvo» gli appare piuttosto vago nel linguaggio quotidiano; però, egli dice, non è il caso di fare elaborate ricerche per stabilire se «corvo» implichi «nero», sempre o nella maggior parte dei casi. Si tratta piuttosto di decidere se si vuole che i predicati C e N del nostro sistema siano usati in modo che il primo implichi logicamente il secondo: infatti, coloro che costruiscono sistemi «sono liberi di scegliere i loro postulati, guidati non dalle loro credenze circa i fatti del mondo ma dalle loro intenzioni rispetto ai significati, cioè al modo di usare le costanti descrittive»12. Quindi, se vogliamo imporre una relazione logica tra C ed N, aggiungiamo alle regole del sistema il postulato (x)(Cx â Nx), che rende analitico lâenunciato «tutti i corvi sono neri»: enunciato che, nella triviale letteratura induttiva, che certo Carnap non poteva ignorare, è costantemente portato ad esemplificazione della forma più semplice di legge naturale. Da tale letteratura si evince anche che, sebbene siano stati osservati finora solo corvi neri, non essendo il colore una caratteristica essenziale della specie, non sappiamo se effettivamente tutti i corvi siano neri.
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